Il romanzo Hic Sunt Leones porta con sè un messaggio inquietante: chi scompare non scompare nel nulla
L’avvio di questo romanzo Hic Sunt Leones è coinvolgente: conduce immediatamente il lettore dentro il vortice di dubbi e di angosce che possono sconvolgere la vita di coloro i quali scoprono all’improvviso che una persona che amano è scomparsa.
Quel momento esatto in cui ci si guarda intorno e ci si chiede “Ma dov’è?” è quello in cui i contorni della propria realtà cominciano a sgretolarsi e non ci sono più certezze. In questa storia durante una tranquilla domenica mattina è accaduto che una ragazzina di tredici anni è svanita nel nulla, senza lasciare traccia. Non ci sono indizi, le indagini non conducono da nessuna parte, e fra coloro che soffrono colui che più di tutti sente il peso di questa assenza è il fratello gemello, Marco, il protagonista di questo romanzo.
Il ragazzo infatti dopo tanti anni subisce ancora il peso dei sensi di colpa di questa scomparsa e la sua vita non è più del tutto serena.
L’articolazione di questa storia si svolge tramite una voce narrante distaccata e un po’ cinica, che mostra nella tragica realtà degli “scomparsi” l’esigenza da parte della società di attribuire un senso a ciò che non ha senso.
Quando non si riesce a trovare il perchè o la causa di una scomparsa, quando qualcuno viene ingiottito dal nulla, talvolta ci si deve inventare un senso. Nel contesto calabrese in cui si ambienta questa storia il senso viene ipotizzato con un coinvolgimento da parte della mafia. Ma i familiari della ragazzina scomparsa non hanno mai del tutto accettato questa ipotesi.
Il ritmo del racconto diventa incalzante soprattutto dal momento in cui Marco finalmente ottiene un indizio che ha cercato a lungo. Da quell’indizio è come se cominciasse un corsa estenuante, anche per il lettore, nella ricerca di quella verità attesa per quindici anni.
La corsa è faticosa, e gli avvenimenti si susseguono sempre più velocemente.
La voce narrante lascia cadere lungo le pagine i vari pezzi del puzzle mescolando luci e ombre, cosicchè il lettore continua a chiedersi chi sia davvero il “leone” fino a quando anche l’ultimo pezzo va al proprio posto.
Da leggere tutto d’un fiato.
Puoi acquistare questo libro su Amazon: Hic Sunt Leones:
________________________________________
Libri dello stesso autore:
Il Doppio: Il Martello dell’Ade
________________________________________
Altri post che potrebbero interessarti:
Il Quinto Giorno: il romanzo che esplora gli abissi
Anime in Trappola: un romanzo tra mistero e suspense
Un caso quasi privato: un romanzo in cui la spiaggia si tinge di giallo
Il gioco dell’angelo: un libro che non si dimentica
Sono Porzia Romano: un racconto testimonianza
__________________________________
Lettrice curiosa in cerca di emozioni su cartaceo e su ebook, blogger per caso, e scrittrice sin da ragazzina per passione inesauribile.
Laureata in Scienze Politiche, a indirizzo sociologico. Master in Creazione di Progetti Sociali e Sviluppo Locale.
Sono appassionata di libri, di comunicazione, di musica, di arti grafiche e di tutto ciò che è creatività.






ciao Maria, grazie innanzitutto per avermi letto… e poi per le tue parole acute e incisive come le unghie di un leone… il sequel esiste già, si intitola Contrada delle Case Vecchie, ed è facilmente rintracciabile su Amazon.
Grazie a te per questa storia intensa e ricca di spunti di riflessione sulle ombre della nostra società
Dalla penna affilata dello scrittore Anton Francesco Milicia non può non esser scaturito un nuovo, originalissimo capolavoro.
Una bella recensione. Grazie.
Grazie a voi per aver pubblicato questo libro. Adesso aspetto il seguito considerando che il finale lascia una porta aperta.