1984 di George Orwell è un libro che mi ha consentito di riflettere su numerosi temi, il primo dei quali è stato che un libro non diventa un classico per caso.
Un classico infatti è quel libro all’interno del quale si riesce a respirare l’atmosfera di un’epoca, in cui si accendono i volti dei contrasti culturali, in cui trova rappresentazione il pensiero umano, e in cui si riconoscono le contraddizioni di una società in una propria fase di cambiamento.
In questo romanzo ogni singola pagina è densa di significati, significati che hanno fin troppo in comune con la nostra società attuale. La figura del Grande fratello teorizzata in questo libro, è un punto focale a cui l’essere umano attuale non può sottrarsi. Rappresenta l’invisibile che può osservare tutto, anche attraverso i silenzi, anche attraverso i gesti mancati e le paure celate.
Un libro che non si può non leggere, almeno una volta.
Un libro che non si limita a parlare di un potere onnipresente, di un enorme Occhio che interferisce su tutte le sfere dell’agire umano, dal linguaggio al pensiero.
Un libro che è anche una storia di sentimenti, di un sentire profondo e interiorizzato che stenta a diventare cosciente, perché la coscienza è pericolosa per chi detiene il potere.
Non aggiungo altro, non è necessario.
Buona lettura!
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Lettrice curiosa in cerca di emozioni su cartaceo e su ebook, blogger per caso, e scrittrice sin da ragazzina per passione inesauribile.
Laureata in Scienze Politiche, a indirizzo sociologico. Master in Creazione di Progetti Sociali e Sviluppo Locale.
Sono appassionata di libri, di comunicazione, di musica, di arti grafiche e di tutto ciò che è creatività.





